SERATE D'INVERNO
 

Tu, profondo chiaro di luna abbagliante
chiami convocati un distrutto ostacolo
in precedenza un homo sapiens.
Un inclinato paradossale che strappa
il suo critico balordo di campagna;
visuale increscente di una marmitta
di colore grigio pallido.
Lunghi pensieri che intrecciano
il tendone di un stritolo riso di vergogna;
se odiassi un nitrito scomparso
io conterei 1892 uomini d'affari
e 1892 uomini ammazzati.
Seguo adagio il mio cammino
per ripetere un continuo strato di sangue.
Vita mia, grinta odiata da un nulla
ormai straripato, che consente alle nuvole
un litigio di lampi d'oro.
E' una lunga serata d'inverno.

  Riceve il primo premio dalle mani del sig. Marcello Ciabatti della vedova Massimi ed alla presenza dell'assessore alla cultura Sergio Barbadoro
 


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